Un giorno Oppo, allora segretario della Quadriennale d’Arte di Roma, vide i disegni di Monti e li trovò belli. Rappresentavano nudi e figure, per la maggior parte eseguiti a penna con inchiostro seppia: alcuni, vagamente scolastici, mal celavano gli amori per i maestri antichi. Densi, ricchi di invenzioni formali – alla plastica era volta la maggior cura espressiva – suggerivano un leggero senso di stupore metafisico. Insomma quei disegni avevano un carattere inconfondibile, tanto che vari colleghi a Firenze, quando Monti frequentava quella Accademia, ne imitavano i suggestivi modi grafici.
Nudo femminile, 1927
Nudo femminile, 1927
Felice Carena, 1928
Nudo femminile, 1930
Paesaggio di via Sette Sale, 1931
La partita a ping pong, 1931
Ezra Pound, 1932
L’albero della cuccagna, 1932