BIOGRAFIA

Rolando Monti nasce nel 1906 a Cortona da Luigi. Nel 1912 la famiglia Monti si trasferisce a Monterosso al Mare e nel 1923, definitivamente, a Rapallo, luogo che inciderà profondamente nella formazione di Rolando, nel cui immaginario emergeranno sempre prepotenti la luce, il mare e i colori del paesaggio ligure. Rapallo, inoltre, fino alla seconda guerra mondiale è luogo di soggiorno di intellettuali e artisti come Thomas Mann, Franz Werfel, Oskar Kokoschka, Gerart Hamptmann e Max Beebohm. Rolando frequenta in particolare Ezra Pound, con il quale nel corso degli anni intesserà una fraterna amicizia, durata fino alla scomparsa del poeta statunitense. Nel 1924 Rolando si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove è allievo di Felice Carena. Qui si nutre della vivezza della temperie culturale fiorentina ma resta fortemente legato all’ambiente ligure. Torna ogni estate a Rapallo, a lavorare in un piccolo studio e ad esercitarsi negli amati sport acquatici, che praticherà fino a tarda età. Nel 1928, terminati gli studi, si reca a Roma. Grazie all’aiuto di Ferruccio Ferrazzi ha un primo studio in via delle Sette Sale; più tardi si trasferisce in via dei Cappuccini. Cipriano Efisio Oppo, segretario generale del Sindacato Fascista di Belle Arti del Lazio, lo ingaggia come aiuto per l’esecuzione di alcune lunette decorative e lo invita a partecipare alla I Mostra Sindacale del 1929. Da questo momento inizia ad esporre a tutte le Sindacali del Lazio e ad altre regionali, delle Puglie e della Liguria, e alle interregionali di Napoli e Milano; i suoi disegni vengono riprodotti su “La Tribuna” e “L’Italia Letteraria”. Nel 1931 è ancora Oppo, segretario della neonata Quadriennale d’arte di Roma, ad invitare l’artista alla prima edizione della rassegna romana. In questa occasione Carena gli presenta Cavalli e Capogrossi. Al gruppo si aggiunge ben presto anche Pirandello, tornato da Parigi. Da questo sodalizio prende vita una ricerca artistica comune, che intende conferire al colore la massima funzione espressiva, affidandogli la costruzione dell’oggetto; le opere frutto di questa ricerca sono esposte per la prima volta nel 1932, alla III mostra del Sindacato Fascista Belle Arti del Lazio. Il gruppo è battezzato dalla critica “pittori tonali romani”. Nel 1935 vi aderisce anche Melli. Durante gli anni trenta Monti stringe amicizia con Elsa Morante, Alberto Moravia, Romeo Lucchese, Cesare Zavattini, Mario Soldati. A Rapallo frequenta, oltre al già citato Pound, Kokoschka, Moses Levy ed Enrico Paulucci. Nel 1936 la sua prima importante mostra personale alla Galleria La Cometa di Roma riscuote grandi consensi. Nel 1940 vince la cattedra di Figura disegnata presso il Liceo Artistico di Roma, iniziando un’ininterrotta carriera di appassionato insegnante. Nel quadro dell’animato dibattito intorno all’arte astratta, Rolando Monti, sceglie l’opposizione al dilagare dell’arte non figurativa, pur se in quegli anni egli stesso inizia una profonda riflessione sull’esperienza fauve e cubista e in particolare sull’opera di Matisse. In questa ottica prende parte all’esposizione alla Galleria Giosi del dicembre 1948 insieme a Gentilini, Greco, Omiccioli, Perotti, Pirandello, Purificato, Stradone, Tamburi e Ziveri. Nel 1950 partecipa alla XXV Biennale di Venezia, dove espone fino al 1954. Inizia ad eseguire complessi cicli decorativi in vetrate, continuando la propria ricerca artistica attraverso questo nuovo peculiare mezzo di espressione; tra le realizzazioni più importanti sono da ricordare quelle per le chiese romane di Santa Prassede, nel 1955 e nel 1958, e San Giovanni Bosco nel 1964; le imponenti vetrate per la chiesa di Santa Caterina a Cagliari del 1961- 1962 e la Via Crucis per il Centro Traumatologico Ortopedico di Torino del 1965. Nella seconda metà degli anni cinquanta Monti approda definitivamente a una pittura astratta. Sono olii dalla forte matrice materica e gestuale, in linea con le contemporanee esperienze informali, che l’artista espone per la prima volta nel 1959 alla VIII Quadriennale. Dal 1964 la sua produzione pittorica è caratterizzata da opere astratto-geometriche, rigorosamente impostate sulla costruzione ritmica dello spazio, presentate per la prima volta nel 1969 alla Galleria Il Cerchio con una introduzione di Argan, Gatt, Tempesti e Ponente. Nel 1974 la XIX edizione del Premio Termoli gli dedica una mostra personale, dove sono esposte le opere dell’ultima ricerca, dipinti ad olio e a tempera su canapa, spesso giocati sul contrasto tra la matericità del colore e la texture della tela. Dalla fine degli anni settanta sperimenta una nuova tecnica, impostata sul dialogo tra due piani pittorici, costituiti da una leggera tela di canapa sospesa su di una tavola o un’altra tela; l’artista a volte ricava delle smagliature nel tessuto, creando ulteriori effetti di trasparenza e di volume. Nel 1982 l’Ente Premi gli dedica a Palazzo Barberini una vasta antologica, costituita da centodieci opere. Si spegne a Roma nel 1991.

Arianna Marullo

1939 – Vinicio Paladini, Monti, Capogrossi e Cavalli

1939 – Cavalli e Monti mentre sperimentano la tecnica dell’encausto.

1948 – Rolando Monti nello studio di Rapallo

1969 – Rolando Monti con il figlio Paolo all’inaugurazione della personale alla galleria “Il Cerchio”