Il linguaggio formale di Monti è geometrico, di una geometria immaginata, libera, formativa, con frequenti flessioni verso il segno. Nei suoi ultimi quadri si fa evidente un suo particolare interesse per lo spazio; un interesse che ora è diventato meno geometrico, più organico, sarebbe meglio dire che ora il suo interesse è per il “tempo” dove materia e realtà, passato e presentesi identificano nella diversa qualità della “materia”. Una materia che si presenta su due “piani” distinti, dove l’uno non puo’ essere senza l’altro, con la sola differenza che lo spazio all’interno, adombrato da un velo trasparente, è sogno, passato. Lo spazio esterno è esistenza, presenza materica; contrasto che Monti raccorda poeticamente, senza finzioni, dando alla cruda presenza esistenziale della materia la struttura dell’immagine, il significato del sogno, la giusta distanza dell’idea, la qualità della pittura, convinto forse, in cuor suo, che per percorrere i diversi piani, del passato e del presente, non ci siano scale da scendere o salire, ma solo un leggerissimo velo trasparente che li separa.
Omaggio a Ezra Pound, 1972
Scansioni ritmiche, 1974
Su due piani, 1975
Grafico mentale, 1976
2 P, 1973
Colloquio, 1977
Avventura spaziale, 1977
Grafico mentale, 1978