Il colore è in lui poesia delle cose; e oggi l’arte riapprende questa vecchia gloriosa strada, da cui s’era allontanata e a cui deve tornare se non vuole disseccarsi e perire nel vuoto del puro esercizio formale. Rolando Monti sa far cantare il colore; ma il suo canto è profondamente, intimamente umano: voce imperitura dell’uomo che non ritorna dentro la natura esasperandola e deformandola, ma che a lei si accompagna con amore.
Autoritratto, 1940
Paesaggio romano, 1945
Natura morta (Bottiglie e fruttiera), 1941
Pere, 1941
Dormiente, 1942
Case di periferia, 1945
Pioppi sull’Aniene, 1946
Sul tavolo d’ardesia, 1947
Fiori e colori, 1947
Nancy, 1947
Donna con cesto di fichi, 1947
Donna che cuce, 1948
Paesaggio, 1948
Donna che si allaccia il sandalo, 1948
Donna con cane, 1949